
Il sindaco di Montecalvo Irpino, Francesco Pepe, ha annunciato l’intitolazione di una via del paese campano all’avvocato Gustavo Console, socialista e massone, assassinato a Firenze esattamente un secolo fa dagli squadristi fascisti durante la violenta “Notte di San Bartolomeo”, una delle pagine più oscure della nostra storia.
L’annuncio è stato dato a Benevento, negli spazi del Museo del Sannio, durante la presentazione del libro del Gran Maestro Stefano Bisi “Le dittature serrano i cuori”. All’incontro, che ha visto una folta partecipazione di pubblico, era presente anche il sindaco del capoluogo sannita, Clemente Mastella. Console, che era originario di Montecalvo Irpino, era noto per il suo impegno professionale e civile: avvocato, socialista riformista, libero muratore, fu tra le vittime della spirale di violenza fascista che nel 1925 colpì duramente le associazioni democratiche, il movimento operaio e le logge massoniche, accusate dal regime di rappresentare un ostacolo alla “normalizzazione” autoritaria del Paese.
L’omicidio di Console si inserisce nella lunga scia di aggressioni coordinate che, tra il 3 e il 4 ottobre 1925, devastarono sedi di partito, circoli culturali, redazioni e abitazioni private di esponenti dell’opposizione a Firenze. Un’operazione punitiva condotta dalle camicie nere che trasformò la città in un laboratorio della repressione politica. Console fu sequestrato, brutalmente picchiato e ucciso; il suo corpo venne ritrovato il giorno successivo. Il suo nome è rimasto a lungo ai margini della memoria pubblica, offuscato dal silenzio che per decenni ha avvolto le vittime del fascismo antimassonico.
L’iniziativa del Comune di Montecalvo Irpino restituisce centralità a una figura che rappresenta un punto di snodo tra storia nazionale e radici locali. L’intitolazione di una via non è soltanto un gesto commemorativo, ma un atto politico nel senso più alto: riaffermare che la democrazia ha martiri e che ricordarli significa difenderne l’eredità.

