Gli ultimi due libri di Fulvio Conti sono interamente dedicati alla Massoneria italiana, tra analisi storica e viaggio nei luoghi che ne hanno segnato la vicenda.

In “Massoneria e fascismo. Dalla Grande Guerra alla messa al bando delle logge” (Carocci editori), Conti ricostruisce il complesso rapporto tra Massoneria e fascismo. Nel 1914, al congresso nazionale di Ancona del PSI, il massimalista Mussolini riuscì a far cacciare i massoni dal partito in nome di una fedele adesione ai principi di classe del socialismo. Ma alla fine della Grande Guerra, mentre imperversavano le agitazioni del biennio rosso e il nuovo partito popolare di ispirazione cattolica sembrava minacciare la tenuta dello Stato laico, sarebbe stata proprio la massoneria a contribuire all’ascesa del regime, giudicato il minore dei mali. Salvo poi subire la messa al bando delle logge nel novembre 1925 come conseguenza delle restrizioni liberticide attuate dalla dittatura. Cadeva così l’illusione di poter controllare Mussolini e irreggimentare il fascismo, e si apriva la strada verso un’opposizione morale e politica al regime. Quella del rapporto fra massoneria e fascismo è una storia complessa, mutevole, non riducibile a interpretazioni univoche. Una storia di illusioni tradite e di valori democratici faticosamente ritrovati, che viene ricostruita nel libro facendo chiarezza sui ruoli e sulle attribuzioni delle responsabilità della crisi dello Stato liberale.

Con “Andare per i luoghi della massoneria. Un viaggio nella storia nascosta d’Italia”, lo storico propone un itinerario attraverso le città e i luoghi simbolo della Massoneria italiana. Un viaggio senza pregiudizi nell’Italia massonica, svelando alcuni dei luoghi nei quali sono state scritte pagine importanti della sua storia e di quella del paese.Le logge massoniche nacquero dalle corporazioni medievali, ma solo nel XVIII secolo si trasformarono in quelle associazioni che, radicandosi nelle élite aristocratiche e nei ceti militari, perseguivano fini più universali. In Italia la nascita ufficiale del Grande Oriente d’Italia è del 1805 a Milano, e da subito le logge si identificarono nelle classi dirigenti liberali con il comune obiettivo di modernizzare e laicizzare il paese. Il viaggio qui proposto parte proprio dalla Milano napoleonica per toccare i luoghi risorgimentali, proseguire per la Bologna dagli esponenti illustri e soffermarsi quindi su città ad alta densità massonica come Firenze e Perugia. E poi naturalmente la Roma di Palazzo Giustiniani e di Piazza del Gesù, ma anche luoghi inattesi, come le isole dei confinati e la Sanremo di Calvino e Scalfari, entrambi figli e nipoti di liberi muratori. E infine Arezzo, il luogo delle mille trame intessute da Licio Gelli e delle ombre sinistre della massoneria deviata.
Fulvio Conti insegna Storia contemporanea nell’Università di Firenze. Tra le sue pubblicazioni per il Mulino: «Storia della massoneria italiana. Dal Risorgimento al fascismo» (2003) e «Massoneria e religioni civili» (2008). Con il libro «Il Sommo italiano. Dante e l’identità della nazione» (Carocci, 2021; tradotto in inglese, spagnolo e portoghese) nel 2022 ha vinto il Premio Nazionale Franciacorta.