“Il Libro Rosso” di Jung, straordinario viaggio iniziatico. Presentata a Roma “La Guida” di Bernardo Nante

“Il Libro Rosso” di C.G. Jung è la testimonianza più intima del viaggio del grande psicologo svizzero negli abissi di se stesso, della sua psiche. Un vero e proprio itinerario iniziatico che si sviluppa attraverso la tecnica dell’immaginazione attiva e lo strumento del dialogo interiore, e che trova in ambito massonico e precisamente nel rituale di compagno libero muratore una possibilità di spiegazione e di verifica. E’ quanto è emerso nel corso dell’incontro che si è tenuto il 13 febbraio a Roma, presso la libreria Arion del Palazzo delle Esposizione, organizzato dal Servizio Biblioteca del Grande Oriente d’Italia, e al quale hanno partecipato lo studioso Bernardo Nante, estensore della prima e unica guida al Libro Rosso (Universidad del Salvador di Buenos Aires), Marco Innamorati (Università di Roma “Tor Vergata”), Ferdinando Testa (Psicoterapeuta, analista junghiano), il Gran Maestro Gustavo Raffi e il Bibliotecario del Grande Oriente d’Italia, Bernardino Fioravanti.

Il Libro Rosso non era originariamente destinato alla pubblicazione, ma era piuttosto una traccia personale ed intima dell’autore contenente le chiavi per una comprensione di un’opera più ampia, come la vita, non spiegabile ma solo comprensibile per coloro che sono animati dal desiderio di ripercorrere un tratto fondamentale della propria esistenza e di quella junghiana, ha spiegato Nante. E’ uno dei pochi libri contemporanei, ha detto, “veramente visionari ed originali”. “Ogni capitolo è un guardarsi dentro, per ispirarsi, ragionare ed immaginare concetti collegati ad immagini che servono ad iniziare un percorso dove le radici culturali occidentalisono alla base dei simboli e questi a loro volta punti di riferimento per l’Io. I simboli sono una chiamata a risvegliare una dimensione dimenticata e costituiscono tracce tangibili di un percorso che deve fare l’uomo contemporaneo per recuperare ciò che è stato perduto”.

“Le idee devono essere capaci di condizionare la realtà, altrimenti non servono a nulla”, ha detto il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Gustavo Raffi di Jung, ricordando che gli uomini liberi, come Jung appunto, “lavorano la Pietra dell’Occidente ma hanno il cuore ad Oriente, dove l’Oriente è l’orizzonte, l’irrazionale che può servire ad aiutare tante persone che hanno paura dell’ignoto e dell’irrazionale. Con Jung, ogni uomo viene messo di fronte al tema degli opposti e alla dimensione umana soprattutto del confronto, del dolore e della sofferenza, vie dolorose che però conducono al rinnovamento dello spirito e dell’umanità”.

“Essere uomini costruttori -ha sottolineato il Gran Maestro- significa costruttori di un’immaginazione, di una visione di progettualità futura. E’ un libro che invita a prendere in considerazione l’idea del sacro, la nascita di una nuova coscienza di fronte la complessità ed il disorientamento della realtà per creare un ponte tra luce ed ombra sopra il quale far transitare le idee dell’uomo in grado di condizionare la realtà per il miglioramento dell’umanità, di cui si sente, oggi giorno più che mai, tanto il bisogno.te regime islamista del Cairo”.

Per Marco Innamorati, Jung che esprime psicologie diverse ma legittime dove il percorso psico-terapeutico incontra quello spirituale e materiale. “Era intimamente interessato -ha detto- all’aspetto iniziatico inteso come percorso spirituale sincero, autentico, non astratto, dove l’uomo si astrae con l’obiettivo però di tornare ad incidere nel mondo reale”. “Il ‘Libro Rosso’ -ha proseguito- è la testimonianza della volontà di Jung di esplorare il mondo simbolico in prima persona, avvicinandosi alla fonte degli archetipi dell’inconscio collettivo mediante la tecnica che più tardi egli definirà “immaginazione attiva”.

Leggendo una lettera di una paziente addolorata dalla perdita della persona amata, Ferdinando Testa ha spiegato come il pensiero di Jung v”non sia il mistero della morte che siamo chiamati a sciogliere, piuttosto quello della vita”

. La vita non può essere contemplazione del passato ma ricerca della vita, di un significato profondo per tutti coloro che non si accontentano ma vogliono essere iniziativi ossia stare dentro la vita.



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