Il Gran Maestro del Goi ricorda gli elenchi sequestrati: “Noi massoni i primi a finire registrati” | Il Tempo

Stefano Bisi di schedatura non vuole sentirne parlare. E sbotta: «I primi schedati sono stati i massoni». Il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, non intende entrare nel merito della proposta di Matteo Salvini sul censimento dei rom, in quanto «sono scelte di governo». Tuttavia, quando si parla di schedatura, per Bisi, è «un campanello di allarme per la democrazia».

Gran Maestro, perché i massoni sono i primi schedati? «L’1 marzo 2017, la commissione parlamentare Antimafia, all’unanimità, ha sequestrato l`elenco dei massoni della Sicilia e della Calabria dal 1990 al 2017. Decisione per noi incostituzionale. Per questo, abbiamo fatto ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo e attendiamo il responso, pur sapendo che i tempi saranno lunghi. Mi stupisce il fatto che molti si inalberano per questa proposta di censimento dei rom, mentre, allora, hanno sostenuto la schedatura dei massoni. Le schedature non si fanno di nessuno, perché si sa dove si comincia e non si sa dove si finisce».

Cosa vi aspettate dalla Corte europea dei diritti dell’uomo? «Attendiamo che ci dicano se la commissione Antimafia ha commesso un abuso o meno. E non sarebbe la prima volta, in quanto in passato la Corte europea ha condannato l’Italia perché sono stati lesi i diritti delle persone. È paradossale: lo Stato fa le leggi per tutelare i diritti dei cittadini, poi, lo stesso Stato, li lede. Vorrei ricordare…».

Prego. «È da tre anni che cito una poesia di George Müller: “un giorno vennero a prendere i rom che rubacchiavano e lasciai perdere, un altro giorno gli ebrei e lasciai perdere, un altro ancora gli omossessuali e continuai a lasciar perdere, un giorno vennero a prendere me, e non c’era più nessuno a protestare”. In sostanza, attenti ai campanelli di allarme per la democrazia. Successe così per il fascismo. Prima vollero gli elenchi dei massoni, poi assalirono le sedi, poi fecero la legge del 26 novembre 1925 per la quale chiuse la massoneria. L’anno dopo, 1926, finì la libertà di tutti, chiusi i giornali dell’opposizione, chiusi i partiti e cominciò la dittatura». Gae. Min.

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