Il centenario della notte di San Bartolomeo a Firenze, la repressione fascista della libertà di stampa. Corso di formazione per giornalisti il 4 ottobre prossimo

A cento anni dalla “notte di San Bartolomeo” a Firenze, il Gabinetto Vieusseux ospita un’iniziativa di formazione per giornalisti dedicata a uno degli episodi più bui della repressione fascista. L’appuntamento è per sabato 4 ottobre 2025, dalle 9 alle 13, nella Sala Ferri. L’evento, promosso come corso di aggiornamento professionale, si propone di riflettere sul tema della libertà di stampa a partire dall’analisi storica della vicenda che colpì duramente gli oppositori politici raccolti attorno alla rivista clandestina Non Mollare, fondata dai fratelli Carlo e Nello Rosselli. Quella notte di ottobre 1925 segnò infatti una svolta nella violenza squadrista, che prese di mira intellettuali, giornalisti e attivisti democratici decisi a non piegarsi alla dittatura nascente.

Il titolo dell’incontro, “Il centenario della notte di San Bartolomeo a Firenze, la repressione fascista della libertà di stampa”, richiama l’obiettivo del dibattito: interrogarsi non solo sulla memoria storica, ma anche sulle forme attuali con cui la libertà di informazione può essere compressa, sia attraverso pressioni materiali, sia tramite strumenti normativi. Centrale, in questo senso, il riferimento allo Statuto Albertino, il cui articolo 28 proclamava: “La stampa sarà libera, ma una legge ne reprime gli abusi”. Proprio quella clausola permise al fascismo di giustificare, in modo apparentemente legale, il controllo capillare dell’informazione e la soppressione delle voci dissidenti.

Interverranno Stefano Bisi, Cosimo Ceccuti, Marcello Mancini, Riccardo Nencini, Giancarlo Tartaglia e Valdo Spini, personalità di rilievo nel campo della cultura, della politica e del giornalismo, per offrire prospettive differenti su un tema che unisce memoria storica e attualità.

Il Gabinetto Vieusseux, luogo simbolico della tradizione culturale fiorentina, diventa così anche il contesto ideale per ribadire il valore della stampa libera come presidio di democrazia e come strumento di resistenza alle derive autoritarie.



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