Giorno del Ricordo: Gran Maestro Raffi, far conoscere ai giovani la verità delle foibe e le storie di dolore. Guardia alta contro odio etnico, xenofobia e razzismo

“C’è una verità che non è trattabile: al confine orientale l’odio insensato ha seminato morte e sangue innocente. Il ricordo e la coscienza devono vincere l’oblio di quella memoria spezzata, dandoci la forza di combattere ogni revisionismo e negazionismo”. Così il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Gustavo Raffi, in occasione del Giorno del Ricordo, che si celebra il 10 febbraio in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata e delle vicende del confine orientale.

“Tutti – avverte il Gran Maestro di Palazzo Giustiniani – abbiamo bisogno di riflettere in quali abissi può sprofondare l’uomo a causa della banalità del male, e vigilare perché la storia non ricada in quegli orrori. Il nostro pensiero va alle migliaia di vittime, ai camion della morte, a quei giorni in cui – come ha raccontato Carlo Sgorlon – ci fu ‘il lancio dei vivi e dei morti nell’abisso’. Un inferno di pietra su cui è caduto per troppo tempo un colpevole silenzio”.

“Qualcuno ha scritto che a Basovizza ci furono 500 metri cubi di morti – ricorda Raffi – ma per ricordare, occorre conoscere. Soprattutto nelle scuole, si racconti alle giovani generazioni la storia di uomini e donne costretti a un esodo forzato per ritrovare la libertà”. E avverte: “La guardia deve restare alta contro odio etnico, xenofobia e razzismo che oggi prendono nuovi, pericolosi, volti”.

Roma, Villa il Vascello 8 febbraio 2013



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