Festa a Torino per i 95 anni di Bruno Segre, massone, uomo del dubbio, alfiere di laicità. Il messaggio di Raffi al convegno organizzato dall’Istituto di Studi Storici Gaetano Salvemini

“Festeggiare i 95 anni di Bruno Segre significa rendere omaggio ad un fratello che incarna l’anima laica e progressista del nostro Paese”. Lo scrive il Gran Maestro Gustavo Raffi nel messaggio che ha inviato al convegno che si tiene a Torino dedicato a questa grande figura di intellettuale massone dal titolo “Bruno Segre, una vita per la democrazia, i diritti civili, la laicità”, organizzato dall’Istituto di Studi Storici Gaetano Salvemini.

“Quando quarant’anni fa – sottolinea Raffi- aderì al Grande Oriente d’Italia, aveva già alle spalle trent’anni di battaglie in prima linea per consentire al nostro Paese di entrare nel novero delle nazioni che avevano fatto della difesa dei diritti umani e civili un segno distintivo della loro modernità. Sicuramente in questa giornata sarà ricordato il Suo impegno per il diritto all’obiezione di coscienza, la diffusione della pratica cremazionista e verranno evidenziate le Sue battaglie laiche, combattute attraverso l’associazione che porta il nome del martire di Nola, esempio per la Massoneria della più alta espressione del libero pensiero contro l’oscurantismo di qualsiasi matrice”.

“Non a caso Bruno Segre – ricorda il Gran Maestro- decise di entrare nel Grande Oriente, mentre l’Italia stava attraversando una nuova stagione di fermento civile che culminò con l’emanazione della legge sul divorzio che, fin dalla seconda metà dell’Ottocento, era stata un cavallo di battaglia della massoneria italiana che tra il 1878 e il 1921 aveva tentato inutilmente, per ben 9 volte, di farla approvare dal Parlamento, su iniziativa dei massoni Salvatore Morelli, Tommaso Villa (torinese), Giuseppe Zanardelli, Agostino Berenini, Francesco Coccu-Ortu, Ubaldo Comandini e Guido Marangoni”.

“Un’adesione laica la Sua, convinta, alle volte critica che lo vide in primo piano contro il fenomeno aberrante della P2, conscio che quella fosse, riprendendo le sue parole “soltanto una deviazione che nulla c’entrasse con gli ideali e lo spirito di fratellanza che avevano sempre contraddistinto la massoneria”, osserva Raffi inviando un augurio di buon lavoro a tutti coloro che partecipano a questo importante momento di gioia e riflessione, e un fraterno abbraccio al Fratello Bruno Segre, uomo del dubbio, alfiere di una laicità scevra di dogmatismo, liberale e libertaria, che si rivolge alle coscienze dei cittadini perché siano tali e respingano l’ossequio dei servi ai potenti, per vivere in una società civile più aperta e solidale”.



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