Categoria: Rassegna Stampa
Cosenza 15 gennaio 2011 – (Gazzetta Sud) La massoneria e l’Unità d’Italia.
Si tiene oggi pomeriggio a Palazzo San Bernardino, dalle 16:30, il convegno sul tema: “Il contributo della massoneria all’Unità d’Italia”. L’iniziativa, inserita nel programma “I giovedì dell’Unità d’Italia” dell’Università Popolare di Rossano, è co-organizzata dalla Massoneria Grande Oriente d’Italia R. L. Luigi Minnicelli in collaborazione con la Biblioteca Minnicelli, con il patrocinio del Comune di Rossano, della Provincia di Cosenza e della Regione Calabria.
Il programma prevede, in apertura, la prolusione del prof. Giovanni Sapia, direttore dell’Università Popolare di Rossano, del sindaco della città bizantina Franco Filareto, del presidente dell’Amministrazione provinciale Mario Oliverio, dell’onorevole Giovanni Dima. Relazioneranno il saggista Guglielmo Adilardi su “Il contributo della massoneria all’Unità d’Italia”, il senatore Cesare Marini su “Il ruolo di Domenico Mauro e dell’abbazia di S. Adriano prima e dopo la spedizione dei Mille”; l’avvocato Amerigo Minnicelli su “il ruolo di Luigi Minnicelli nel Risorgimento”; il dottor Vincenzio Paradiso su “Trent’anni della loggia Luigi Minnicelli di Rossano”; dell’assessore regionale alla cultura Mario Caligiuri su “Profili culturali nell’azione del governo regionale”.
Le conclusioni sono affidate all’avvocato Gustavo Raffi Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia.
(Gazzetta del Sud) 15 GEN 11
Como 8 gennaio 2011 – (La Provincia di Como) Opera difficile, a più livelli.
Intervista al direttore Oliver Gooch
Maestro Gooch, nel «Flauto magico» si intrecciano la dimensione ieratico-massonica e quella da opera buffa. A quale delle due avete dato la predominanza?
Per un pubblico moderno, il concetto di Massoneria è forse molto vago, non così all’epoca di Mozart. L’equilibrio fra le due dimensioni è davvero difficile. È una sfida che tutti i direttori devono superare. È possibile mettere in scena Il flauto magico a vari livelli. Mozart scrive una musica di tale profondità da consentire diversi tipi di interpretazione. È una gioia quando si esegue la sua musica.
I parlati hanno largo spazio, li eseguirete integralmente?
Abbiamo deciso di ridurre i dialoghi scritti da Schikaneder per alcuni motivi. La qualità dei parlati è molto variabile, cambia da scena a scena. Speriamo di aver fatto i giusti tagli utili sia alla produzione, al racconto e alla perfetta resa della storia e del dramma.
Al giorno d’oggi la contrapposizione fra il mondo di Sarastro (tutto positivo) e quello della Regina della Notte (tutto negativo) appare un poco semplicistica. Lei cosa ne pensa?
All’inizio dell’opera, la Regina della Notte è rappresentata come una madre amorevole, in lutto per il rapimento della figlia Pamina. Sarastro, viceversa, appare come il sovrano del male che sottomette e tiranneggia il proprio popolo, come fa con lo schiavo Monostatos, punito per il tentato stupro di Pamina. Man mano che la storia si sviluppa, assistiamo a uno spostamento verso una visione più semplicistica della Regina della Notte contrapposta a un sovrano del tutto illuminato quale Sarastro. Alcuni commentatori hanno trovato questo ribaltamento poco convincente, ma comunque funzionale alla resa globale della vicenda.
Giancarlo Arnaboldi
(La Provincia di Como) 8 GEN 11
Firenze 28 dicembre 2010 – (Corriere Fiorentino) Il banchiere del Risorgimento, con la cassa a Livorno.
Al museo Fattori per l’«anno garibaldino» una giornata di studio dedicata ad Adriano Lemmi, massone e mazziniano Livorno. Sul lato sinistro del cartoncino di presentazione c’è lo stemma del Comune di Livorno, su quello destro l’effige del Comitato livornese per la promozione dei valori risorgimentali. Nel mezzo, senza squadre né compassi, il nome del Grande Oriente d’Italia, ovvero la più importante obbedienza massonica d’Italia. Oggi alle 17 nella sala degli specchi del museo «Giovanni Fattori», si celebra (o si discute) l’opera di Adriano Lemmi, finanziere, commerciante, mazziniano e garibaldino, tra i più importanti finanziatori del Risorgimento, gran maestro livornese della massoneria. Un’iniziativa, inserita nei festeggiamenti dell’anno Garibaldino, pensata e voluta dall’assessore alla Cultura Mario Tredici, oggi un intellettuale indipendente (ex giornalista del Tirreno), in passato orgoglioso iscritto al Pci. Non è la prima volta che tra massoneria e Comune di centrosinistra si instaura una collaborazione culturale. Che forse, come accaduto in passato, farà discutere. E forse anche un po’ sorridere i maliziosi. Ferdinando Cordova, uno dei relatori, illustre ordinario alla Sapienza di Roma, ha lo stesso cognome del magistrato che nei primi anni Novanta indagò sulla massoneria. «Se si vuole parlare della storia di Livorno bisogna inevitabilmente passare dalla libera muratoria», spiega Massimo Bianchi, gran maestro aggiunto del Grande oriente d’Italia (cioè numero due nazionale), ex vice sindaco socialista e pure lui livornese doc. L’assessore Tredici però non è incuriosito dalla storia delle logge labroniche. «Molto interessante è invece la figura di Lemmi (che massone divenne solo nel 1875 a 53 anni) soprattutto negli anni antecedenti all’unità e alla breccia di Porta Pia. Fu lui che, nel 1860 insieme al banchiere Pietro Adami, ottenne la concessione per la realizzazione delle ferrovie nel Mezzogiorno facendo arrabbiare l’aristocratico Cavour. L’affare saltò, ma il nome di Lemmi diventò di primaria importanza».
Lemmi, che fu soprannominato il «banchiere del Risorgimento» era un seguace di Mazzini. E durante l’iniziativa di oggi sarà analizzato anche questo aspetto storico controverso. Perché se Mazzini, come sostengono alcuni biografi, progettò attentati sanguinari, Lemmi fu il suo finanziatore? A questa e ad altre domande risponderanno, oltre che il professor Cordova, Giovanni Greco (Università di Bologna), Fabio Bertini (Università di Firenze), il direttore dell’archivio di stato di Livorno, Massimo Sanacore e lo stesso Massimo Bianchi.
Che precisa: «Lemmi fu un grande fratello e un grande patriota. Livorno, allora città massonica per antonomasia, aveva grandi amici. Tra questi i fratelli Jacopo e Andrea Sgarallino, anche loro liberi muratori. La famiglia Sgarallino tutt’oggi è custode della più grande collezione privata al mondo di cimeli garibaldini. Tra questi la bandiera di Curtatone e Montanara, la sciabola di Garibaldi e il famoso telegramma «Obbedisco» inviato da Garibaldi al re dal Trentino durante la seconda guerra di Indipendenza». Luci, ma anche ombre. Oggi si parlerà anche di un Lemmi coinvolto nello scandalo della banca romana. Una macchia che lo accompagnerà tutta la vita. Wikipedia lo ricorda così: «Adriano Lemmi, fu il primo a intuire l’importanza di avere a propria disposizione una loggia coperta per manovrare la finanza pubblica stando dietro il palcoscenico. Il suo programma era quello di far uscire dalle logge i poveracci e i pensatori, l’obiettivo quello di conquistare il potere».
(Corriere Fiorentino) 28 DIC 10
Livorno 28 dicembre 2010 – (La Nazione) Lemmi tra politica, economia e Massoneria.
«Adriano Lemmi fra politica, economia e fratellanza»: è il tema del convegno che si svolgerà oggi, martedì, dalle 17, nella Sala Specchi di Villa Mimbelli (via San Jacopo in Acquaviva 65). L’iniziativa è promossa dal Comune insieme al Comitato livornese per la promozione dei valori risorgimentali, in collaborazione con il Grande Oriente d’Italia. Dopo i saluti dell’assessore comunale alla cultura Mario Tredici e di Massimo Bianchi, Gran Maestro Aggiunto del Grande Oriente d’Italia, è prevista un’introduzione di Fabio Bertini, docente all’Università di Firenze e presidente del Comitato livornese per la promozione dei valori risorgimentali.
Tema della sua relazione sarà «Adriano Lemmi, l’economia e la finanza». Sono poi previsti i seguenti interventi: Ferdinando Cordova, Università La Sapienza di Roma su «Adriano Lemmi, Gran Maestro dell’Italia Unita»; Giovanni Greco, Università di Bologna su «Notarelle su Adriano Lemmi»; Massimo Sanacore, direttore Archivio di Stato di Livorno, su «Appunti d’archivio su Adriano Lemmi». Per ulteriori informazioni: 0586/820.500.
(La Nazione) 28 DIC 10