Una delle città più imprevedibilmente magiche d’Europa è Barcellona, capitale della regione autonoma della Catalogna nel nordest della Spagna. Intanto per la Sagrada Familia o Temple Expiatori e per il parco Guell, capolavori assoluti, e non i soli, comunque i più famosi, partoriti dalla mente visionaria di Antoni Gaudi, grande artista e architetto, sicuramente iniziato, anche se non se ne ha prova, profondamente religioso e di straordinaria e vastissima cultura. Lo testimonia tutta la sua opera, letteralmente grondante di simbologia. La sua fantasmagorica chiesa, consacrata ed elevata nel 2020 a Basilica minore da Benedetto XVI , incominciata nel 1883 e ancora non finita (si dice che i lavori saranno completati nel 2026), visitata da milioni di persone l’anno, più del Museo del Prado di Madrid, è tra gli edifici più enigmatici e affascinanti del mondo, non solo per la sua straordinaria complessità estetica, ma anche per i profondi significati simbolici e spirituali che la pervadono. Gaudí, dietro questa opera incompiuta, ha intrecciato elementi di esoterismo, mistica cristiana e simbolismo universale, trasformando la costruzione in un tempio che è al contempo opera d’arte e strumento di elevazione spirituale. A dimostrazione del fatto che la sua non era un’ adesione ortodossa alla dottrina cattolica; ma piuttosto una visione cosmica e universale che rifletteva il desiderio di connettere il divino con il mondo naturale. Una prospettiva che si manifesta in molte delle scelte progettuali dell’opera, che incorporano simboli alchemici, riferimenti alla geometria sacra e allegorie bibliche. La geometria sacra Tra gli aspetti più evidenti dell’esoterismo della Basilica è l’uso della geometria sacra. Gaudí considerava la natura un’espressione diretta del divino e adottò forme geometriche organiche come paraboloidi, iperboloidi ed elicoidi per rappresentare l’armonia dell’universo. Queste strutture non sono solo esteticamente innovative, ma evocano un senso di ordine cosmico che rimanda alle antiche tradizioni esoteriche, in cui la matematica e la geometria erano viste come linguaggi universali per comprendere il divino. La facciata della Natività è un trionfo di simbolismo cristiano ed esoterico. Ogni dettaglio è carico di significato: dai nodi intricati che richiamano l’idea di eternità, alle sculture di animali che rappresentano virtù e vizi, fino ai riferimenti alla vita di Cristo. Inoltre, l’organizzazione stessa degli elementi suggerisce un percorso iniziatico: l’osservatore viene invitato a intraprendere un viaggio spirituale che inizia dalla nascita di Cristo, simbolo della luce divina che si manifesta nel mondo materiale. Il pellicano bianco Tra i fregi che la adornano, spicca anche il pellicano, un antico emIl quadrato magico che compare sulla facciata della passione della Sagrada Familia di Gaudi 23 1 www.grandeoriente.it 2025 blema cristiano che rappresenta il sacrificio e l’amore incondizionato. Secondo la leggenda, il pellicano si ferisce il petto per nutrire i propri piccoli con il proprio sangue, un’immagine che richiama il sacrificio di Cristo, ma che anche nella tradizione alchemica assume un significato simile, simboleggiando attraverso la trasmutazione del piombo in oro, la rigenerazione e la trasformazione spirituale, il processo di purificazione, in cui sacrificio conduce alla nascita di una nuova vita spirituale. Il quadrato magico In netto contrasto con la facciata della Natività, quella della Passione è austera e drammatica, rappresentando il sacrificio e il dolore di Cristo. Una dualità che riflette un principio esoterico fondamentale: la coesistenza degli opposti, come luce e oscurità, vita e morte. E che Gaudi utilizza come una sorta di invito a contemplare il mistero della redenzione e l’equilibrio cosmico. Un dettaglio particolarmente significativo è il quadrato magico presente su questo lato della basilica, formato da numeri disposti in modo tale che la loro somma sia sempre 33 (l’età di Cristo alla morte), un richiamo sia alla perfezione matematica che al mistero del sacrificio divino.La torre centrale, dedicata a Gesù Cristo, è progettata per essere la struttura più alta della basilica e simboleggia l’ascensione verso Dio. La scelta dell’altezza non è casuale: Gaudi stabilì che la torre non avrebbe mai superato in altezza la collina del Montjuïc, rispettando la convinzione che l’opera umana non debba superare quella divina. Questo principio riflette un profondo rispetto per l’ordine cosmico e un riconoscimento dell’umiltà umana di fronte al creato. La Sagrada Família non è semplicemente un capolavoro architettonico: è un testo spirituale e simbolico, un viaggio iniziatico racchiuso in pietra. Attraverso un sapiente intreccio di fede cristiana, simbolismo universale e geometria sacra, Gaudí ha creato un’opera che invita ogni visitatore a riflettere sul mistero dell’esistenza e sulla connessione tra l’umano e il divino. L’esoterismo della Sagrada Família è, in ultima analisi, un invito a cercare il sacro non solo nel trascendente, ma anche nel mondo che ci circonda. Il parco iniziatico Ma a Barcellona, c’è anche un altro luogo esoterico e sempre opera di Gaudi: è il Parc Güell, che è molto più di un semplice giardino pubblico o un capolavoro architettonico. Progettato nei primi anni del Novecento, questo spazio è intriso di simboli esoterici e spirituali che ne fanno un luogo di grande profondità mistica e filosofica. Combinando elementi della tradizione cristiana con riferimenti alla mitologia classica e alle dottrine iniziatiche, offre diversi percorsi al visitatore per intraprendere un viaggio interiore di trasformazione e conoscenza. Ogni elemento architettonico si ispira alle forme organiche: colonne che ricordano tronchi d’albero, corrimano che richiamano serpenti e decorazioni che evocano foglie e fiori. Questa fusione di arte e natura non è solo estetica, ma porta con sé un profondo significato iniziatico: l’idea che l’uomo possa trovare Dio attraverso l’osservazione e la comprensione della natura. La geometria sacra è onnipresente nel design del parco. Gaudi utilizza figure come il triangolo, il cerchio e la spirale per rappresentare l’ordine cosmico e i principi universali. La spirale, in particolare, è un simbolo antico di crescita, evoLa Sagrada Familia di Gaudi a Barcellona 24 1 2025 luzione e connessione con il divino, che si ritrova in molte delle strutture del parco. Insieme alla salamandra, spesso associata al fuoco alchemico, elemento di trasformazione e purificazione, che a, decorata con mosaici colorati, compare nella scalinata monumentale all’ingresso del parco. Il tempio dorico Nel cuore del giardino campeggia Il Tempio Dorico, una grande struttura dalle colonne che ricordano alberi pietrificati, evocano la connessione tra cielo e terra, tra il mondo materiale e quello spirituale. L’idea di salita verso la conoscenza e la luce è rafforzata dalla posizione elevata del tempio, che sembra invitare il visitatore a elevarsi sopra il livello terreno per raggiungere una consapevolezza superiore. Alcuni studiosi hanno interpretato il Tempio Dorico come un luogo iniziatico, in cui i visitatori vengono invitati a intraprendere un percorso simbolico di trasformazione. La sua funzione originaria come mercato non esclude questa lettura: nell’antichità, i mercati erano spesso associati a piazze sacre e luoghi di incontro tra mondi diversi, sia fisici che spirituali. La Piazza della Natura, con il suo ampio spazio aperto sostenuto dal Tempio Dorico, rappresenta un microcosmo dell’universo. La sua forma irregolare e organica richiama il mondo naturale, mentre la sua funzione come spazio comunitario suggerisce l’idea di unità e armonia. Gaudí intendeva creare un luogo in cui l’umanità potesse riconnettersi con la natura e, attraverso di essa, con il divino. Le 7 Portes Barcellona, nota per la sua vibrante scena culturale e architettonica, è anche il luogo dove arte, storia ed esoterismo si intrecciano in modi sorprendenti. Tra le curiosità più intriganti della città si trova il ristorante “7 Portes”, che nasconde al suo interno simbolismi massonici e aneddoti misteriosi. Questo luogo non è solo un punto di incontro per gli amanti della cucina, ma anche un omaggio al simbolismo e alla tradizione massonica. Il “7 Portes” fu inaugurato nel 1836 e si dice che sia stato progettato ispirandosi al modello del Tempio di Salomone. La struttura presenta numerosi dettagli esoterici: sulle colonne si trovano incisi i segni zodiacali, mentre sulle porte d’ingresso il nome del ristorante è scritto in diversi alfabeti, suggerendo un collegamento con il linguaggio universale della massoneria. Alzando gli occhi, si può notare sul cornicione l’immagine di Saturno-Chronos, dio del tempo e signore del caos, che richiama la dualità dell’esistenza e il concetto di trasformazione tanto caro ai massoni. Saturno, con la sua falce, rappresenta il tempo che distrugge ma anche il tempo che rivela e crea, un simbolo profondamente legato al percorso iniziatico. Il piatto dell’Acacia All’interno del ristorante, il pavimento è decorato con una pavimentazione a scacchiera, caratteristica delle logge massoniche e simbolo di dualità: luce e ombra, materia e spirito, ordine e caos. Questo motivo è un invito alla riflessione sull’equilibrio e sulla necessità di bilanciare gli opposti. Un altro elemento decorativo che cattura l’attenzione è il ramo d’acacia, albero sacro della tradizione massonica. L’acacia rappresenta l’immortalità dell’anima e la purezza spirituale, un simbolo che collega i misteri antichi con quelli moderni. Durante il franchismo il “7 Portes” è stato un luogo di ritrovo per le confraternite segrete dell’epoca. Le sale private e l’atmosfera intima favorivano discussioni riservate e incontri tra membri di logge massoniche. Questo passato è ancora percepibile oggi, grazie all’attenzione ai dettagli e alla conservazione di simboli che richiamano la tradizione esoterica. Il menù del ristorante non è solo un omaggio alla cucina catalana, ma anche un viaggio simbolico. Alcuni piatti presentano riferimenti alla tradizione massonica, come il “Piatto dell’Acacia”, che unisce sapori semplici e puri, o il dessert “Saturno”, decorato con motivi che richiamano il pianeta e il suo simbolismo. Anche le bevande si ispirano agli elementi alchemici: i cocktail evocano terra, aria, fuoco e acqua, trasformando l’esperienza culinaria in un rito sensoriale e spirituale. La Biblioteca massonica Nel cuore di Barcellona si trova un altro luogo carico di storia e simboIl tempio dorico nel parco Guell di Gaudì a Barcellona 25 1 www.grandeoriente.it 2025 lismo: la Biblioteca Arús, un edificio che unisce architettura, cultura e un profondo legame con l’esoterismo massonico. Prima di diventare la casa dei libri, l’edificio fu la residenza di Rossend Arús, figura di spicco della libera muratoria spagnola e instancabile promotore del sapere come via di redenzione. Arús (1847- 1891), filantropo, drammaturgo e Gran Maestro della Gran Loggia Simbolica Regionale, credeva fermamente nella potenza emancipatrice dell’educazione. Convinto che la conoscenza fosse la chiave per una società più giusta, dedicò la sua vita a raccogliere opere sulla massoneria, l’anarchismo e i movimenti sociali contemporanei. Alla sua morte, lasciò in eredità non solo la sua abitazione eccentrica, ma anche un’immensa collezione di preziosi volumi e documenti, oggi custodi nella biblioteca che porta il suo nome e che è accessibile a tutti. Tra questi, spiccano i quaderni personali di Arús, una preziosa testimonianza della sua vita e degli sforzi compiuti per la laicizzazione della massoneria e l’abbandono dei suoi riti più esoterici. Accanto alla Biblioteca, tra colonne ioniche e cornici geometriche ispirate all’arte ellenica, squadre, compassi e stelle, si erge una copia alta due metri della Statua della Libertà di New York. Questa presenza insolita riflette la passione di Arús per i valori di libertà e progresso, ideali massonici fondamentali. Oggi, la Biblioteca Arús, tempio di cultura e libero pensiero, non è solo un luogo di studio, ma anche un’opportunità per riflettere sull’importanza della conoscenza come strumento di emancipazione. La Clinica Barraquer Altri due tesori culturali e architettonici di Barcellona che raccontano storie uniche sono la Clinica Barraquer e il Palazzo Sabassona. Questi luoghi non solo affascinano per il loro design e la loro storia, ma riflettono anche l’ingegno e la passione dei loro creatori. Fondata nel 1941 dal celebre oftalmologo Ignacio Barraquer, la Clinica che porta il suo nome era molto più di un centro medico: è un capolavoro di design e funzionalità. L’edificio Art Déco, caratterizzato da una struttura metallica e linee arrotondate, è un omaggio all’estetica e alla modernità del XX secolo. Barraquer, appassionato di architettura e design, progettò ogni dettaglio per offrire ai pazienti un ambiente unico e accogliente. All’ingresso, l’occhio udjat della mitologia egizia accoglie i visitatori, simbolo di protezione. L’orologio nascosto nel soffitto è solo uno dei tanti dettagli sorprendenti. La sala d’attesa circolare è un vero e proprio museo simbolico: dalle decorazioni zodiacali alle sculture rinascimentali, dai giochi di specchi che creano illusioni ottiche ai divani in cuoio studiati per il massimo comfort. Barraquer eliminò volutamente gli spigoli nelle pareti, preferendo forme arrotondate per creare un’atmosfera più rilassante, e optò per un’illuminazione tenue, pensata per i pazienti convalescenti o appena operati agli occhi. Ogni elemento è stato progettato per combinare arte e funzionalità, rendendo l’edificio non solo un luogo di cura, ma anche una celebrazione dell’ingegno umano. Il giardino Sabassona Situato nel cuore di Barcellona, il Palazzo Sabassona è un capolavoro neoclassico realizzato dall’architetto Pau Mas nel 1779 su commissione di Josep Francesc de Llupià, barone di Sabassona. Questo edificio, classificato come monumento storico-artistico d’interesse nazionale, è un testimone dell’eleganza e della raffinatezza dell’epoca. Il palazzo è celebre per due caratteristiche distintive: gli affreschi di Francesc Pla, detto “El Vigatà”, e il giardino romantico sopraelevato, un’oasi di pace a cinque metri dal livello stradale. Gli affreschi, capolavori del XVIII secolo, decorano gli interni con scene e motivi che richiamano il gusto aristocratico dell’epoca. Dal 1907, il Palazzo Sabassona ospita l’Ateneu Barcelonès, una prestigiosa istituzione culturale che si definisce “baluardo di tolleranza, pace e cultura nazionale”. L’Ateneu non è solo un luogo di incontro per intellettuali e studenti, ma anche la sede di una biblioteca straordinaria. Con oltre 1000 metri quadri di spazio, la biblioteca custodisce più di 300mila volumi, tra cui incunaboli, documenti storici e edizioni speciali dal XIV al XVIII secolo. Questo tesoro rappresenta uno dei patrimoni culturali più importanti della Spagna, offrendo una finestra unica sulla storia e la vita culturale della Catalogna.
