Firenze 5 marzo 2011 – Attività delle logge toscane.
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“Si fermino le violenze e i soprusi. Dopo giorni di sangue, torni la speranza della democrazia nell’area del Maghreb e in particolare in Libia”. Così Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, parla della crisi libica esprimendo “il forte auspicio di tutta la Libera Muratoria di Palazzo Giustiniani affinché presto in quella regione che ha fatto registrare negazioni di diritti umani, torni a farsi strada il dialogo e la voglia di costruire il futuro dei popoli”. “Il dramma di migliaia di persone in fuga dal sangue e dalle violenze interroga ciascuno di noi – rimarca l’avvocato ravennate alla guida del GOI – chiamando tutti a un impegno di solidarietà, ciascuno nel proprio campo d’azione, per fronteggiare una tragedia umana e l’esodo di profughi in fuga dall’inferno della ragione. Osserviamo dunque con attenzione quanto sta accadendo in Nord Africa poiché vediamo nei moti di quelle popolazioni una sincera ricerca di libertà, di migliori condizioni di vita e di quella felicità che sono diritti universali per tutti gli uomini”.
“Non va però dimenticato – fa notare il Gran Maestro Raffi – che la democrazia non può essere esportata sic et simpliciter, ma è sempre frutto di un faticoso percorso di avvicinamento che i singoli popoli devono compiere riconoscendone il valore prima di ricercarla con ogni forma. Altrimenti si rischia di ricreare drammi che la storia ha già visto, con élite dispotiche che si sostituiscono ad altre élite e danno origine a regimi a volte ben peggiori di quelli spodestati”. “Tali considerazioni – aggiunge Raffi – non ci impediscono, nell’imminenza del 150° anniversario dell’unità d’Italia, cui la nostra Istituzione ha contribuito in maniera importante di riconoscere nei moti nordafricani quel germe insopprimibile di desiderio di libertà, quell’anelito indomabile di uguaglianza, che ovunque e in tutti i tempi sono stati il fondamento di ogni lotta contro la tirannide. Del resto l’opulento mondo delle certezze occidentali vacilla ed è vulnerabile se consideriamo il Mediterraneo non una barriera insormontabile ma una via di comunicazione e contatto tra popoli che vivono sulle rive dello stesso grande lago”.
“I sentimenti di ribellione delle popolazioni nordafricane sono l’opposto dell’incapacità dei ricchi paesi occidentali di indignarsi i fronte alle storture della propria società. Oggi così come dall’inizio del secolo dei Lumi – conclude il Gran Maestro di Palazzo Giustiniani – la moderna Massoneria non ha mai cessato di propugnare i valori di tolleranza, libertà, uguaglianza e rispetto dei diritti di tutti gli uomini, portando il proprio sostegno ovunque si operasse per questi alti ideali, ricordando però che lo scontro cruento tra popoli e tra appartenenti allo stesso popolo non è mai da considerarsi una via inevitabile per la libertà”.
Roma, Villa il Vascello, 4 marzo 2011
Le celebrazioni del 150enario dell’Unità attraverso un incontro organizzato dal Grande Oriente
“Massoneria, Risorgimento e Cinema nella costruzione dell’identità nazionale”: è questo il titolo del convegno organizzato dalle logge massoniche ravennati che si terrà questa sera alle ore 20.30, nella Sala Muratori della Biblioteca Classense. L’iniziativa, che si inserisce nell’ambito delle manifestazioni organizzate dal Grande Oriente d’Italia per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia, comprenderà la proiezione di alcuni cortometraggi d’epoca e una serie di relazioni. Per l’occasione verranno presentati i cortometraggi “La presa di Roma” (1905), “Il piccolo garibaldino” (1909) e un estratto del film “Casa Ricordi”, diretto nel 1954 da Carmine Gallone.
“La presa di Roma”, realizzato nel 1905, è il primo film prodotto in Italia da una casa cinematografica. Il regista, Filoteo Alberini, maestro massone, ha compreso che il cinema rappresenta uno strumento pedagogico formidabile per costruire un’identità nazionale fondata sui valori morali e civili del Risorgimento. L’appuntamento vedrà inoltre gli interventi di Santi Fedele, dell’università di Messina, di Giovanni Lasi, dell’università di Bologna, dello storico del cinema Sergio Toffetti, di Antonio Panaino, dell’Ateneo bolognese, e di Bernardino Fioravanti, Gran Bibliotecario del Grande Oriente d’Italia. Il convegno sarà concluso dal Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Gustavo Raffi.
(RomagnaNoi) 4 MAR 2011
Domani convegno a Ravenna a confronto storici ed esperti, conclude il Gran Maestro Raffi
‘Massoneria, Risorgimento e Cinema nella costruzione dell’identità nazionale’: è questo il titolo del convegno organizzato dalle logge massoniche ravennati che si terrà domani, alle ore 20,30, presso la Sala Muratori della Biblioteca Classense. L’iniziativa, che si inserisce nell’ambito delle manifestazioni organizzate dal Grande Oriente d’Italia per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia, comprenderà la proiezione di alcuni cortometraggi d’epoca e una serie di relazioni. Per l’occasione verranno presentati i cortometraggi ‘La presa di Roma’ (1905), ‘Il piccolo garibaldino’ (1909) e un estratto del film ‘Casa Ricordi’, diretto nel 1954 da Carmine Gallone. ‘La presa di Roma’, realizzato nel 1905, è il primo film prodotto in Italia da una casa cinematografica. Il regista, Filoteo Alberini, maestro massone, ha compreso che il cinema rappresenta uno strumento pedagogico formidabile per costruire un’identità nazionale fondata sui valori morali e civili del Risorgimento.
L’appuntamento vedrà inoltre gli interventi di Santi Fedele, dell’Università di Messina, di Giovanni Lasi, dell’Università di Bologna, dello storico del cinema Sergio Toffetti, di Antonio Panaino, dell’Ateneo bolognese, e di Bernardino Fioravanti, Gran Bibliotecario del Grande Oriente d’Italia. Il convegno sarà concluso dal Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Gustavo Raffi.
(AdnKronos) 3 MAR 2011
Una pubblicazione ne ricostruisce la storia dal 1898 ai giorni nostri
Nel centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, grazie alla donazione del Grande Oriente d’Italia, torna all’originaria bellezza il labaro della sezione dell’Università di Siena dell’associazione studentesca “Corda Fratres”. Il labaro restaurato e la pubblicazione dal titolo “Il sogno in un vessillo”, che raccoglie i saggi storici della professoressa Donatella Cherubini e di Alessandro Leoncini, archivista, saranno presentati venerdì 4 marzo, alle ore 18, nell’aula Magna dell’Università di Siena. Alla presentazione interverranno il rettore Angelo Riccaboni, lo storico Giuliano Catoni, Gianni Mazzoni, storico dell’arte, Sandra Bogi e Silvia Casini, restauratrici. Concluderà Stafano Bisi, presidente del Collegio toscano del Grande Oriente d’Italia. La ricostruzione delle vicende legate al labaro permette di comprendere aspetti storici interessanti dei primi tre decenni del novecento, oltre a fornire preziosi dettagli della storia dell’Università di Siena, in rapporto alle dinamiche culturali e politiche di quei tempi.
L’associazione studentesca “Corda fratres”, cuori fratelli, fu fondata da Efisio Giglio Tos studente universitario piemontese, nel 1898, nel cinquantennio della battaglia di Curtatone e Montanara. Si trattava di una federazione internazionale, che nasceva nell’ambiente dell’associazionismo di ispirazione pacifista, massonica ed europeista, che, influenzata dalle idee risorgimentali, intendeva aprire opportunità di confronto, di dibattito, di scambio culturale tra i giovani universitari dell’epoca. L’associazione trovò attivisti in tutte le Università italiane, e, nel 1902, in occasione della sua fondazione, il “consolato di Siena” si dotò di un labaro, grazie alla donazione di un “comitato di patronesse”. Sul vessillo, di pregevole fattura, erano state dipinte, da un lato, una Minerva, dea della sapienza, ritratta con una civetta e un ramoscello d’ulivo, rispettivamente simboli di saggezza e intelligenza, e di pace; dall’altro lato, la “Balzana”, la bandiera di Siena. Il labaro poté rappresentare gli studenti della Corda fratres fino al 1932, quando, per effetto dell’ostilità del fascismo verso la massoneria, questo fu portato in un magazzino dell’Ateneo senese, nel quale fu ritrovato negli anni novanta, deteriorato dal tempo. Grazie al restauro condotto nel laboratorio specializzato “L’Ermesino”, di Siena, la seta ha restituito gli originari colori del dipinto. Il labaro, dopo la presentazione, sarà esposto pubblicamente nel palazzo del Rettorato dell’Università di Siena.
(AdnKronos) 2 MAR 2011
“Giù le mani dalla scuola pubblica: non serve un braccio di ferro con quella privata né una nuova guerra che si consuma all’ombra della lavagna”. E’ quanto afferma Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, che spiega: “La scuola pubblica è pedagogia di libertà, agenzia educativa che mette l’uomo al centro, contro la disaffezione alla socialità e alla stanchezza della democrazia”.
“L’importanza della scuola pubblica è fuori discussione – rimarca l’avvocato ravennate alla guida della Libera Muratoria di Palazzo Giustiniani – e dunque l’enfasi per la privatizzazione del sistema scolastico rischia di creare non cittadini di una società aperta, capaci di leggere le sfide dell’oggi, ma degli appartenenti a comunità separate e in prospettive antagoniste. La scuola sia una comunità educante -incalza Raffi – non un laboratorio politico e neanche un ghetto di lusso o per poveri, a seconda dei casi. Come insegna la Costituzione, la scuola deve assicurare pluralismo culturale, non indottrinamento o catechesi di sorta”.
“In questo momento di crisi morale – sottolinea ancora il Gran Maestro del GOI – non possiamo non ricordare la lezione di uno dei più grandi massoni del passato, Giosuè Carducci, che non si stancò mai di sottolineare la radicale importanza dei docenti e del loro ruolo civile. Sono loro, insieme ai giovani, i principali costruttori dell’identità del nostro paese. Una Nazione che trascura la scuola è destinata al declino. Perciò – conclude Raffi – servono fondi per rilanciare la scuola pubblica e rilanciare il suo compito di educare coscienze libere. Il cammino è dalla diffidenza al dialogo e alla costruzione di senso. E anche in questo campo, faremo la nostra parte”.
Roma, Villa il Vascello, 28 febbraio 2011
“Giù le mani dalla scuola pubblica: non serve un braccio di ferro con quella privata né una nuova guerra che si consuma all’ombra della lavagna”. E’ quanto afferma Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, che spiega: “La scuola pubblica è pedagogia di libertà, agenzia educativa che mette l’uomo al centro, contro la disaffezione alla socialità e alla stanchezza della democrazia. L’importanza della scuola pubblica è fuori discussione -rimarca l’avvocato ravennate alla guida della Libera Muratoria di Palazzo Giustiniani- e dunque l’enfasi per la privatizzazione del sistema scolastico rischia di creare non cittadini di una società aperta, capaci di leggere le sfide dell’oggi, ma degli appartenenti a comunità separate e in prospettive antagoniste”.
“La scuola sia una comunità educante -incalza Raffi- non un laboratorio politico e neanche un ghetto di lusso o per poveri, a seconda dei casi. Come insegna la Costituzione, la scuola deve assicurare pluralismo culturale, non indottrinamento o catechesi di sorta. In questo momento di crisi morale -sottolinea ancora il Gran Maestro del GOI- non possiamo non ricordare la lezione di uno dei più grandi massoni del passato, Giosuè Carducci, che non si stancò mai di sottolineare la radicale importanza dei docenti e del loro ruolo civile. Sono loro, insieme ai giovani, i principali costruttori dell’identità del nostro paese”.
Per Raffi, “una Nazione che trascura la scuola è destinata al declino. Perciò servono fondi per rilanciare la scuola pubblica e rilanciare il suo compito di educare coscienze libere. Il cammino è dalla diffidenza al dialogo e alla costruzione di senso. E anche in questo campo -assicura- faremo la nostra parte”.
(AdnKronos) 28 FEB 2011
Venerdì alle ore 17,30, presso il Museo del Risorgimento di Ravenna in via A. Baccarini 3, verrà inaugurata la mostra: Percorso Risorgimentale Massonico: Medaglie-Gioielli dal XVIII sec. ai giorni nostri. La Casa Matha assieme alla Fondazione del Museo del Risorgimento di Ravenna ha organizzato questo evento espositivo che vuole indagare una continuità tra Risorgimento e Massoneria. La mostra curata da Giovanni Fanti è un percorso storico attraverso gli ultimi due secoli di storia d’Italia in cui ha visto la Massoneria con i suoi uomini partecipi della storia nazionale. I pezzi esposti provengono per la maggior parte dalla cospicua e nota collezione Guerrini, nata dalla sensibilità di Guerrino Guerrini che venne continuata da Mario e, dal figlio di quest’ultimo, Paolo.
I fratelli Guerrino e Mario erano membri della Rispettabile Loggia Dante Alighieri di Ravenna e giunsero fino al 33° grado del Rito Scozzese Antico e Accettato, e furono anche Uomini della millenaria Istituzione della Casa Matha. La documentazione che ci hanno lasciato e che oggi in parte possiamo ammirare, testimonia la loro profonda e radicata convinzione per gli ideali ed i fondamenti che ispirarono entrambe le Istituzioni.
Va anche messo in evidenza un’altro aspetto importante sul quale si può facilmente ritrovare un legame tra la Massoneria e il Risorgimento, di cui, in questi giorni si celebrano e si ricordano gli eventi più significativi; in molte delle medaglie esposte ritroviamo memoria di protagonisti e eventi proprio di quel periodo storico che ha portato all’Unità d’Italia. Troviamo la celebrazione nei nomi delle Logge dove ad esempio numerose hanno assunto il nome di: G. Garibaldi, Aurelio Saffi, Romagnoli, Venerucci, Zamboni de Rolandis, oltre al ricordo di date significative quali: XX settembre, Risorgimento 8 Agosto di Bologna, la Concordia, etc etc.
(Ravennanotizie.it) 28 FEB 2011