Tra sogno e simbolo: Salvador Dalí in mostra a Roma

Un viaggio nel sogno, nell’inconscio e nella genialità di uno dei più grandi artisti del Novecento. È questo che propone la grande mostra “Dalí. Il sogno del classico”, aperta al pubblico a Palazzo Cipolla di Roma e visitabile fino al 1° febbraio 2026.
L’esposizione accompagna lo spettatore nell’universo creativo di Salvador Dalí, il maestro del Surrealismo che seppe coniugare rivoluzione e tradizione, trasformando l’arte in un linguaggio totale capace di parlare alla mente e all’anima.

Sessanta capolavori tra sogno e realtà

Oltre sessanta opere, provenienti dalla Fondazione Gala-Salvador Dalí e da importanti collezioni internazionali, raccontano il dialogo costante che l’artista catalano instaurò con i grandi maestri del passato, da Velázquez a Vermeer, da Raffaello a Michelangelo, fino ai contemporanei Picasso e Miró.
Il percorso espositivo illustra le radici classiche della sua formazione, ma anche il suo spirito inquieto e sperimentale, sempre teso a esplorare nuove dimensioni del reale.

Attraverso un raffinato allestimento che alterna pittura, scultura, disegni e materiali multimediali, il visitatore viene guidato nel cuore della poetica daliniana: immagini oniriche, precisione tecnica quasi fotografica e una tensione costante verso la rivelazione dell’inconscio.

Il Surrealismo come esplorazione dell’invisibile

Il Surrealismo, movimento di cui Dalí fu protagonista indiscusso, nacque nel 1924 con l’intento di liberare la mente dai vincoli del razionalismo positivista, aprendosi alle scoperte di Freud e all’universo del sogno.
Lo stesso André Breton, fondatore del movimento, scrisse che “bisogna essere veggenti, farsi veggenti”, evocando un’arte capace di penetrare gli strati più profondi della mente.

In questa prospettiva, Dalí tradusse in immagini ciò che la psicoanalisi e la filosofia solo suggerivano: visioni, paure, desideri e simboli si intrecciano in una narrazione visiva dell’inconscio umano.
La sua pittura, tanto minuziosa quanto allucinata, rimane una delle più potenti rappresentazioni artistiche dell’“io interiore”, un ponte tra scienza, sogno e spiritualità.

Il genio e il mistero

La mostra romana, arricchita da filmati e fotografie d’epoca, restituisce anche il ritratto di Dalí come personaggio totale, capace di unire arte, teatro e comunicazione in un’unica, sorprendente visione del mondo.
Accanto all’artista, emerge la figura di Gala, compagna e musa ispiratrice, interprete di quell’unione di opposti — maschile e femminile, razionale e intuitivo — che lo stesso Dalí considerava la chiave della conoscenza.

Dalí e il ritorno al classico

In un’epoca dominata dall’astrazione e dall’avanguardia, Dalí scelse di tornare ai maestri del Rinascimento, reinterpretandoli in chiave surrealista.
Ne nacque una sintesi originale tra ordine e follia, mito e scienza, dove la precisione tecnica si fonde con l’immaginazione visionaria.
Il risultato è un’arte che, pur radicata nel Novecento, dialoga con la tradizione ermetica e simbolica dell’Occidente, riconoscendo nel sogno e nella conoscenza di sé le vie più autentiche alla creazione.

Un appuntamento imperdibile

La mostra “Dalí. Il sogno del classico” offre dunque l’occasione di riscoprire uno dei più complessi protagonisti del secolo scorso, capace di coniugare genio tecnico e profondità spirituale.
Un percorso che invita a guardare oltre la superficie delle immagini, alla ricerca di quel “oltre” che ha sempre accompagnato la vera arte e la vera conoscenza.

L’esposizione, aperta tutti i giorni (escluso il lunedì) fino al 1° febbraio 2026, è promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale e dalla Fondazione Gala-Salvador Dalí, con la cura di importanti studiosi del maestro catalano.



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