
In coincidenza con il centenario della notte di San Bartolomeo fiorentina – l’eccidio perpetrato dalle camicie nere tra il 3 e 4 ottobre 1925 – è uscita la seconda edizione del volume “Le dittature serrano i cuori” (Betti editore) del Gran Maestro Stefano Bisi. Il libro, che ricostruisce la vicenda umana e civile di Giovanni Becciolini, ferroviere, repubblicano, massone e antifascista ucciso a Firenze, attraverso le testimonianze della moglie Vincenza Di Mauro e del figlio Bruno, costretti all’esilio tra Francia e Svizzera dopo l’assassinio, si ora arricchita di nuovi documenti, lettere, frammenti di stampa censurata e testimonianze ritrovate negli archivi, che gettano nuova luce su quella che è stata una delle pagine più buie della storia italiana: quella notte del 1925, che Vasco Pratolini definì “la notte dell’Apocalisse”, furono uccisi, oltre a Becciolini, quattro operai rimasti senza nome. l’imprenditore Gaetano Pilati e l’avvocato Gustavo Console, corrispondente del quotidiano socialista Avanti!, che pochi giorni prima aveva scritto a Pietro Nenni una accorata lettera nella quale denunciava il clima d’odio, violenza e tradimenti che si respirava in città. Nel suo studio si era tenuto l’ultimo Congresso provinciale socialista, già clandestino; e dal suo studio erano partiti i primi pacchi del “NON MOLLARE”, il giornale clandestino di Gaetano Salvemini, di Ernesto Rossi e di Carlo e Nello Rosselli, Console che in più era massone era dunque il target ideale della furia fascista in quel tragico momento.
Come emerge in maniera chiara dal libro, l’eccidio fu parte di un disegno di violenza politica che, dopo l’assassinio di Matteotti, segnò la svolta totalitaria del 1925 con le “leggi fascistissime”, la prima delle quali colpì proprio la Massoneria. Né la visita a Firenze del segretario del Pnf Roberto Farinacci, inviato da Mussolini per placare gli animi, né il processo del 1927 — conclusosi con l’assoluzione degli assassini nonostante la coraggiosa testimonianza di Amedea Landi, vedova di Pilati — portarono giustizia.