Cosenza ha reso onore a Ernesto d’Ippolito, faro dell’avvocatura e della Massoneria laica, dedicandogli una strada

Con una cerimonia solenne e partecipata, la città di Cosenza ha intitolato una strada a Ernesto d’Ippolito, avvocato, intellettuale e figura di riferimento della Massoneria laica e progressista. Un gesto di riconoscimento pubblico verso un uomo che ha incarnato, con coerenza e rigore, i più alti valori dell’umanesimo razionale, della libertà di pensiero e dell’impegno civile.

D’Ippolito, scomparso il 29 aprile 2017 all’età di 84 anni, è stato un punto di riferimento soprattutto per generazioni di giovani legali, ai quali ha trasmesso non solo il sapere giuridico, ma il culto della rettitudine e della responsabilità etica non è stato solo un grande giurista e maestro del foro. È stato soprattutto un “fratello” nella piena accezione massonica del termine: ha fatto parte del Goi parte per oltre cinquant’anni, è stato Grande Oratore e ha ricoperto il titolo di Gran Maestro Onorario.

Nella sua lunga e brillante carriera, D’Ippolito è stato Presidente della Camera Penale di Cosenza, delle Unioni delle Camere Penali calabresi, e della storica Accademia Cosentina dal 2012. Ha difeso con tenacia i valori della Biblioteca Civica, contribuendo a preservare il patrimonio culturale cittadino. Impegnato in politica, è stato segretario regionale del Partito Liberale Italiano e consigliere comunale per ben diciotto anni. Sempre guidato nel suo cammino da un profondo spirito di servizio e dai valori di libertà, tolleranza e fratellanza.

Numerose le personalità intervenute, tra cui l’ex procuratore Mario Spagnuolo, che ha offerto un ricordo toccante e lucido: «Questa città – ha detto – è quella che è anche grazie all’arroganza intellettuale di persone come Ernesto d’Ippolito, che hanno saputo vedere, con lungimiranza, quello che poteva essere il futuro di Cosenza. Oggi lo rimpiangiamo anche perché non vediamo altri della sua stessa levatura».

D’Ippolito è stato Maestro di generazioni di avvocati, ma soprattutto un “generatore di coscienza”, come amava definirsi ispirandosi a Seneca. La sua appartenenza alla Massoneria non fu mai solo formale: fu autenticamente vissuta come un percorso etico e intellettuale, che informava ogni suo gesto pubblico e privato. In un tempo in cui la riflessione laica è sempre più necessaria, la sua figura rappresenta un esempio di integrità e visione.

Con l’intitolazione della strada, Cosenza non onora solo un nome, ma ribadisce un’identità: quella di una città che sa riconoscere il valore della cultura, della libertà e della responsabilità civile. E soprattutto, rende omaggio a uno dei suoi spiriti più illuminati.



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