
Un’occasione di confronto culturale e storiografico è stata a Villa Il Vascello, a Roma, sede del Grande Oriente d’Italia, la presentazione del volume “Massoneria e fascismo” dello storico Fulvio Conti, pubblicato da Carocci. L’incontro ha offerto lo spunto per una riflessione ampia sul ruolo che la Libera Muratoria ha avuto nella storia italiana del Novecento, in particolare durante il periodo della dittatura fascista. Al dibattito insieme all’autore – docente dell’Università di Firenze e presidente della Società di Storia delle Religioni – sono intervenuti Marco De Nicolò, presidente della Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea (SISSCO), e Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia.L’iniziativa è stata promossa nell’ambito delle attività culturali del Goi dalla Fondazione Grande Oriente d’Italia, impegnata in prima linea nella valorizzazione della memoria storica e nella promozione del pensiero critico e libero, attraverso pubblicazioni, convegni e attività scientifiche.
Nel suo intervento, Fulvio Conti ha illustrato i principali temi affrontati nel volume, a partire dalla violenta ostilità del regime fascista nei confronti della Massoneria. Fin dai primi Anni Venti, Mussolini individuò nelle logge massoniche un nemico ideologico da neutralizzare, accusandole di essere un potere occulto e cosmopolita. Ma – ha sottolineato Conti – in realtà a preoccupare il regime era la carica civile e morale dell’istituzione, la sua difesa della libertà individuale, della laicità dello Stato e del pluralismo sociale.
Attraverso un’attenta analisi documentale, il libro ricostruisce le tappe della repressione: dal bando delle logge nel 1925 alle persecuzioni dei singoli affiliati, fino all’esilio di molti esponenti e alla dispersione di un patrimonio ideale e culturale. Conti invita così a considerare la Massoneria non come un’eccezione marginale, ma come parte integrante della storia civile italiana.
Marco De Nicolò, studioso delle istituzioni e della cultura politica, ha rimarcato l’importanza di restituire alla Massoneria il ruolo che le spetta nella storia nazionale. Dall’età liberale fino alla Resistenza, ha osservato, essa ha rappresentato un ambito in cui si sono formati quadri dirigenti, sensibilità civili e idee di progresso. La sua soppressione da parte del fascismo fu un segnale forte dell’incipiente deriva totalitaria.
De Nicolò ha anche sottolineato la necessità di favorire un dialogo tra il mondo accademico e le istituzioni culturali che custodiscono fonti e memorie ancora poco esplorate. In tal senso, ha riconosciuto il valore del lavoro svolto in questi anni dalla Fondazione Grande Oriente d’Italia, che con discrezione e rigore ha messo a disposizione archivi e strumenti per lo studio della vicenda muratoria nel contesto storico.
Nel suo intervento conclusivo, Stefano Bisi ha ringraziato gli studiosi per il contributo scientifico e umano offerto da questo confronto. Ha sottolineato come il lavoro di Fulvio Conti non sia soltanto un esercizio di ricostruzione storica, ma anche un atto di verità e di giustizia: un modo per dare voce a coloro che furono messi a tacere e per riportare alla luce una pagina di sofferenza collettiva e di dignità.
Bisi ha ricordato che il pensiero massonico, pur colpito da campagne denigratorie e da pregiudizi duraturi, ha continuato a offrire una visione del mondo basata sulla tolleranza, sulla fratellanza e sul dialogo. E ha ribadito il valore delle iniziative culturali promosse dalla Fondazione GOI, che con equilibrio e apertura contribuiscono a far conoscere la storia della Libera Muratoria in una prospettiva laica e democratica.
L’incontro si è chiuso con un sentito appello a proseguire nel lavoro di approfondimento e divulgazione storica, con la consapevolezza che la memoria, quando fondata su documenti e studio rigoroso, non divide ma unisce. Il libro Massoneria e fascismo si inserisce in questo percorso come un tassello fondamentale per comprendere non solo il passato, ma anche le dinamiche del presente.
In tempi in cui il pensiero critico è spesso messo alla prova, iniziative come questa – rese possibili anche grazie all’impegno silenzioso e costante di realtà culturali come la Fondazione Grande Oriente d’Italia – contribuiscono a tenere viva l’eredità di una storia che, ancora oggi, parla al cuore della coscienza civile.
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3 luglio 2025