La mezzaluna e il compasso. La Massoneria nelle terre dell’Islam. Incontro con lo storico Zarcone

“La mezzaluna e il compasso. La contrapposizione dei simboli e prospettive per superarla”. L’incontro ha preso spunto dall’uscita dell’edizione italiana del volume di  Thierry Zarcone dal titolo: La mezzaluna e il compasso. Islam e Massoneria dall’attrazione all’avversione.  Con l’autore sono intervenuti  il bibliotecario Dino Fioravanti, l’iconologo professor Mino Gabriele e il dibattito si  arricchito anche grazie ai quesiti posti ai relatori dal professor Eugenio Viola e dall’editore Alessandro Orlandi. La mezzaluna e il compasso ripercorre, con l’ausilio di una solida documentazione a supporto, la storia e gli sviluppi delle logge massoniche nell’Oriente musulmano che inizialmente videro la luce su iniziativa di occidentali diplomatici, commercianti e residenti all’estero. Dal Marocco all’Indonesia, esse furono numerose e prospere finché il potere costituito  le tollerò o le sostenne.

Per molto tempo l’iniziazione degli indigeni rimase fuori discussione e fu scartata a causa di differenze attinenti alla religione, al livello e alle modalità dell’istruzione o alle condizioni del Paese. Tali ostacoli furono superati all’inizio del XIX secolo, quando la fede in un Dio unico, designato con l’espressione “Grande Architetto dell’Universo”, era condivisa e al momento della ricezione il neofita poteva esigere la presenza del libro sacro che preferiva. Fu così che notabili e perfino sovrani (Turchia, Marocco, India) entrarono nell’Ordine. I rapporti registrarono un’inversione di tendenza con la soppressione nel 1877, da parte del Grande Oriente di Francia, dell’obbligo di credere in Dio e nell’immortalità dell’anima e la radicalizzazione estrema di alcuni regimi politici orientali ostili a qualsiasi organismo o riunione che agisse sotto il sigillo del segreto. Poiché i riti e i miti massonici si ispiravano ampiamente, fino agli alti gradi, all’Antico e al Nuovo Testamento, il sospetto, diffuso da un’abbondante letteratura antimassonica, secondo il quale la Massoneria costituiva un tentacolo sionista, fece il resto. Attualmente, le logge esistono unicamente nei quattro Paesi in cui l’islam è preponderante: la Turchia, il Libano, la Malesia e il Marocco. Questo libro è la storia di una relazione che fu feconda e fraterna.

Thierry Zarcone è direttore di ricerca presso il CNRS (Gruppo di sociologia delle religioni e della laicità – gsrl@gsrl.cnrs.fr) dell’Ecole Pratique des Hautes Etudes della Sorbona a Parigi e insegna nell’Istituto di Studi Politici di Aix-en-Provence. Ha vissuto per diversi anni in Turchia e nell’Asia centrale, dove effettua tuttora missioni regolari, ed è stato professore ospite presso le Università di Kyoto e Friburgo.

Zarcone è Maestro Venerabile della Loggia di ricerca “Villard de Honnecourt” all’Obbedienza della Grande Loge Nationale Française.  Esperto di storia intellettuale e religiosa delle culture turca e iraniana (Turchia, Asia centrale, Turkestan cinese), si è particolarmente interessato ai rapporti tra mondo islamico e massoneria, alla mistica musulmana (sufismo), alle confraternite, all’incrocio tra sciamanismo e islam e alle società segrete. Tra le sue pubblicazioni: Mystiques, philosophes et francs-maçons en Islam (1993), Secret et sociètés secrètes en Islam. Turquie, Iran et Asie centrale, XIXe-XXe siècles. Franc-Maçonnerie, Carboneria et Confréries soufie (2002) e la cura, con la collaborazione di Jean-Marie Mercier, del volume: La fabrique de la Franc-maçonnerie française. Histoire, sociabilité et rituels, 1725-1750 (2017).



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