Libertà di stampa, un lungo cammino. A Casa Nathan ricordando Meoni, giornalista e massone. Il video di Radio Radicale

p1020837 “La libertà di stampa in Italia. Dal Risorgimento alla Costituente”. E’ il tema del convegno con il quale il Servizio Biblioteca ha inaugurato il 29 novembre il ciclo di incontri dei prossimi mesi a Casa Nathan, il Centro Polifunzionale del Grande Oriente d’Italia a Roma (Piazzale delle Medaglie d’Oro 44).

All’evento, seguito con grande attenzione dal pubblico è intervenuto il professor Carlo Ricotti dell’Università Luiss che ha ricostruito il “lungo e tormentato cammino” che ha portato nella nostra Costituzione al diritto all’informazione “come diritto naturale, recuperando così l’impostazione del 1789, quella cioè della Dichiarazione dei Diritti dell’uomo e del cittadino elaborata nel corso della rivoluzione francese” ma anche “riprendendo l’articolo 7 della Costituzione della Repubblica Romana del 1849”, che supera l’approccio liberale sulla libertà di stampa, pieno di limiti e di riserve,  contenuto nello Statuto Albertino che all’art. 48 recitava così: “La stampa sarà libera, ma una legge ne reprime gli abusi. Tuttavia le bibbie, i catechismi, i libri liturgici e di preghiere non potranno essere stampati senza il preventivo permesso del Vescovo”.

nathanGiuseppe Monsagrati dell’Università La Sapienza di Roma, dal canto suo si è soffermato a illustrare “il contribuito laico-risorgimentale alla realizzazione dell’unità del paese”, gettando nuova luce, in particolare, sul ruolo della Chiesa, sulla sua influenza, sul modo in cui il suo ruolo andò man mano trasformandosi. Sembra paradossale, ha ricordato il professore, ma fu proprio Pio IX il 15 marzo del 1847, costretto dalla circostanze a “introdurre una parziale libertà di stampa”, che finì per “assumere una valenza simbolica di portata straordinaria per i tempi” .

nathan1Mario Cignoni della Società Biblica ha esaminato l’editto sulla stampa dello Statuto Albertino e la costituzione dello Stato unitario, mostrando un prezioso esemplare della Bibbia di Diodati, testo caro ai protestanti italiani, edito a Ginevra nel 1607,  messo all’indice – non ebbe mai l’imprimatur vescovile come richiesto dallo Statuto Albertino – e  che  per questo divenne un simbolo della libertà di pensiero

Giancarlo Tartaglia, direttore della Federazione Nazionale della Stampa, ha ricostruito la storia del sindacato dei giornalisti italiani dalla nascita fino all’avvento e poi alla caduta del Fascismo, “una storia che ha avuto tra i suoi principali protagonisti – come ha tenuto più volte a sottolineare- Giuseppe Meoni, direttore del Messaggero negli anni della Prima guerra mondiale e massone”, fu eletto Gran Maestro Aggiunto nel 1919, perseguitato dal regime di Mussolini, arrestato e condannato al confino. Le sue instancabili battaglie e quelle di uomini e giornalisti come lui, ha ricordato Tartaglia, hanno contribuito all’affermazione delle libertà di cui godiamo oggi.

Ha concluso il Gran Maestro Stefano Bisi, rammentando quanto sia importante coltivare la speranza, la “speranza di migliorare il mondo”, di preservare i diritti conquistati a  caro prezzo e attraverso tante battaglie.

Il convegno integrale su Radio Radicale

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