Intervista a Bisi. Basta, noi massoni non siamo mafiosi/Il Tempo

Il Gran Maestro Bisi replica a Lega e M5S che hanno inserito nel contratto la clausola anti-logge «Basta, noi massoni non siamo mafiosi» «Quando si inizia a perseguitare la massoneria, il secondo passaggio è che finisce la libertà di tutti». Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, dice la sua sulla versione definitiva del contratto di governo Movimento 5 Stelle-Lega, dove sta scritto che non possono diventare ministri o sottosegretari quanti «appartengano alla massoneria». De Leo -) a pagina 9 «Per Lega e 5 Stelle siamo mafiosi» Massoni fuori dal governo Parla il gran maestro Bisi: «Ci discriminano» Appello a Di Maio e Salvini: «Incontriamoci e spiegateci perché siamo indegni» Pietro De Leo «Quando si inizia a perseguitare la massoneria, il secondo passaggio è che finisce la libertà di tutti». E velata di amarezza la voce di Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, obbedienza massonica antica di oltre 200 anni. Oramai la versione definitiva del contratto di governo Movimento 5 Stelle-Lega è pubblica e al primo capitolo, sul funzionamento del governo, nel «codice etico» sta scritto che non possono diventare ministri o sottosegretari quanti «appartengano alla massoneria». E Bisi rincara: «Bisogna leggerlo bene, questo contratto: i massoni sono inseriti in un elenco con i mafiosi, i corrotti, i concussi. Tutto molto pericoloso». Però, scusi, ma da qui a sostenere che sia in pericolo la libertà di tutti… «Guardi che la storia parla chiaro. La legge del 26 novembre del 1925, promulgata dal fascismo, fu l’anticamera della deriva autoritaria del regime. Soltanto Gramsci lo capì. Noi, nella giunta del Grande Oriente, abbiamo aspettato ad emanare una nota su questo contratto, sperando in una modifica del passaggio sulla massoneria così come avvenuto più volte su altri temi. Invece nulla. Tutto questo è assurdo, perché allora vorrebbe dire, faccio un’associazione storica, che se oggi fossero ancora tra noi Giuseppe Garibaldi, Giosuè Carducci, Meuccio Ruini, Enrico Fermi, non potrebbero fare i ministri». Lo scorso anno la commissione Antimafia, a guida Pd, dispose il sequestro dei vostri elenchi. Oggi c’è questa clausola M5S-Lega. Sentite su di voi una minaccia trasversale? «Ma guardi che qua siamo oltre la minaccia. Siamo già alle vie di fatto. Con questo contratto, ad una precisa categoria di persone viene vietato di dare il proprio contributo al Paese». Quali sono le cause di questa offensiva? «Un pregiudizio che viene da lontano e vede la massoneria alla base di tutti i complotti. Questo pregiudizio è forte in Italia e nei Paesi guidati da regimi dittatoriali. Nelle democrazie compiute, spazio per i massoni c’è». Come intendete contrastare questo pregiudizio? «Continuando a fare attività sociale e culturale. Io sono reduce da Siderno, in Calabria, dove abbiamo parlato di etica e legalità. Vede, la Massoneria è come una squadra di calcio. Noi abbiamo il nostro spogliatoio, che è il tempio con i suoi simboli…il grembiule…il cielo stellato. Ma poi abbiamo il campo da gioco, nel mondo, in mezzo alla gente con le nostre iniziative. Vogliamo essere giudicati per quello». Ora, però, il clima si fa davvero difficile. «Sì, però, siamo fieri della nostra appartenenza. Io parlo per il Grande Oriente d’Italia ovviamente, abbiamo 23 mila fratelli in tutta Italia, ho l’onore di avere tra i miei predecessori una persona come Ernesto Nathan, che fu amatissimo sindaco di Roma. Siamo orgogliosi della nostra storia. E posso assicurarle che intensificheremo le nostre attività, i fratelli sono motivati nonostante il clima non sia favorevole». Attualmente quanti massoni ci sono in Parlamento? «Del Grande Oriente nessuno. C’è il caso dell’onorevole Catello Vitiello, eletto alla Camera con il Movimento 5 Stelle, su cui si fece molta polemica, ma è in sonno, e dunque è fuori dall’attività della Loggia». Se dovesse lanciare, attraverso Il Tempo, un messaggio a Matteo Salvini e Luigi Di Maio, cosa direbbe? «Incontriamoci, parliamone e spieghiamoci. Perché non volete i massoni nel governo? Quello che avete fatto vuol dire considerare un’intera categoria di persone, con la loro storia, con la loro vita e il loro lavoro, indegna della vita pubblica. Dunque ora dovete convincere anche me perché saremmo indegni. Ma tanto non ci riuscirete». Bindi La ex presidente della Commissione Antimafia Grande Oriente d’Italia Il gran maestro, Stefano Bisi «Fratelli» in Parlamento «Nessuno del Grande Oriente C’è Vitiello (M5S) ma è in sonno»

 

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One response to “Intervista a Bisi. Basta, noi massoni non siamo mafiosi/Il Tempo

  1. Forse sarebbe bene trovare il tempo di parlare di queste cose.

    Libera Loggia in Libero Stato. Il Contratto di Governo viola diritti non negoziabili
    di Aldo Alessandro Mola

    Il “Contratto per il governo del cambiamento” sottoscritto da Luigi Di Maio e Matteo Salvini per conto di M5S e Lega è grezzo. Dopo la limatura verrà proposto al “voto” dei pentastellati e dei leghisti. In corso d’opera va notato che esso contiene punti molto discutibili e propositi del tutto contrastanti con la Costituzione vigente. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, custode della Carta e delle libertà dei cittadini, non mancherà di rilevarlo e di farlo rilevare.
    Secondo il punto 5 del titolo I del “Contratto” (codice etico dei membri del Governo), “non possono entrare a far parte del governo soggetti (sic!) che appartengano alla massoneria”. E perché mai? Nessuna spiegazione.
    Agli autori di tale clausola va ricordato che l’art. 18 della Costituzione stabilisce che “i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale”. E che la Massoneria non è in alcun modo in contrasto con le leggi vigenti. Essa fu vietata dal fascismo nel 1925 e dal suo “derivato”, la Repubblica sociale italiana, nel 1943. Venne anche vietata dalla Terza Internazionale di Lenin, condivisa da Togliatti e dal PCI. Non sono precedenti encomiabili. Essa è anche combattuta dal fondamentalismo islamico e, in certi paesi, da integralisti clericali, le cui opinioni sulla scomunica dei massoni, però, non hanno alcun valore agli effetti civili.
    Ed è questo il punto: in Italia nessuna legge vieta a cittadini di aderire a logge massoniche italiane o straniere. Le associazioni private sono libere di decidere chi ammettere e chi rifiutare. Ma nessuna associazione ha diritto di limitare le libertà dei cittadini. Tanto meno i partiti, la cui funzione è “concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale” (art. 49 Cost.). Vietare l’accesso a cariche pubbliche sulla base di pregiudizi infondati e ingiustificati è manifestamente anticostituzionale. Ed è anche profondamente illiberale. È inconcepibile che la proposta venga avanzata da due partiti presenti in Parlamento, nel silenzio supino dei propri membri. Il “Contratto” Di Maio-Salvini, così come è, comunque non rappresenta tanti elettori che nei collegi uninominali hanno votato candidati iscritti alla Lega ma non si riconoscono in un programma liberticida come quello enunciato dal “Contratto”.
    Tutto può essere oggetto di trattative, tranne diritti di libertà civili non negoziabili, garantiti dall’articolo 2 della Carta Costituzionale.

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