Il Gran Maestro a Sannicandro di Bari per il solstizio d’estate: “Così rispondiamo ai pregiudizi”

L’ambizione è forte e dichiarata: fare di Sannicandro di Bari la “San Galgano” del Sud. Ai lavori aperti al pubblico hanno partecipato il sindaco di Sannicandro e il presidente del Consiglio Regionale.

Nella cittadina pugliese, lo scorso 30 giugno, il Collegio Circoscrizionale dei Maestri Venerabili della Puglia ha celebrato il Solstizio d’Estate con una tornata rituale che, coinvolgendo centinaia di fratelli, ha mostrato tutto il valore simbolico di questa ricorrenza. Un appuntamento che per i liberi muratori rappresenta il termine di un ciclo, l’esperienza della luce iniziatica al massimo del suo splendore, l’aspirazione alla volta stellata che nell’abbazia toscana di San Galgano è percepibile direttamente, grazie all’assenza del tetto, ma che nel castello normanno-svevo di Sannicandro, che ha ospitato la tornata pugliese, è stata vissuta intimamente dai fratelli pugliesi, insieme alla forza dell’ambizione.

Lo stesso Gran Maestro Stefano Bisi, non ha nascosto di condividere la prospettiva del Collegio: “Devo ringraziare il suo Presidente Luigi Fantini – ha esordito – per averci convocato per fare una sorta di San Galgano del Sud”. Parole che ritornano, quindi, come il ciclo delle stagioni. Parole che innescano un moto inarrestabile, poi, quella ripartenza così cara al Gran Maestro da usarla appropriatamente per ricordare le traversie del Grande Oriente d’Italia e incitare i fratelli a non disperare, ma a “essere felici”.

Sannicandro è stato il frutto del grande sforzo organizzativo del Collegio Circoscrizionale e dei fratelli provenienti da tutti gli Orienti pugliesi (che hanno ricoperto a diverso titolo le cariche di loggia), con il particolare contributo del maestro venerabile della Loggia Saggezza Trionfante di Bari che ha retto il maglietto coadiuvato, nei ruoli di primo e secondo sorvegliante, dai maestri venerabili delle logge Giuseppe Mazzini  di Taranto e Raimondo de’ Sangro-Principe di San Severo di Foggia. Insieme al Gran Maestro hanno preso parte ai lavori il Gran Maestro Aggiunto Sergio Rosso, il Secondo Gran Sorvegliante Pasquale La Pesa, i presidenti dei Collegi Circoscrizionali di Campania e Abruzzo-Molise Lucio D’Oriano e Andrea Ricci, più molti Consiglieri dell’Ordine, Giudici e Garanti di Amicizia. Significativa, dall’estero, la presenza del Gran Maestro della Gran Loggia Nazionale di Romania Mircea Gheordunescu.

Un’occasione, inoltre, per vincere la sfida del pregiudizio. Interrotti i lavori rituali, infatti, il tempio è stato aperto ai non massoni e tra loro, oltre al sindaco di Sannicandro Giuseppe Giannone, vi era anche il Presidente del Consiglio Regionale Mario Loizzo che non ha esitato, intervenendo, a parlare proprio del pregiudizio mediamente avvertito dalla società nei confronti della libera muratoria. “Un pregiudizio del quale mi sono liberato – ha commentato Loizzo -, perché ho capito che la massoneria non è fatta di complotti, ma di persone per bene che fanno del bene. E mi sono anche arricchito culturalmente, stasera, scoprendo significati che mai avrei immaginato riflettendo sul solstizio d’estate”. Complice, per quest’ultimo risultato, la dettagliata orazione del maestro venerabile della Loggia Ars Regia di Lecce.

Ma il pregiudizio è forte, quasi quanto la volontà dei liberi muratori. Il Gran Maestro Bisi, infatti, pur sottolineando la “consapevole follia di uomini che, ogni giorno, si riuniscono per fare questo: parlare!”, non ha potuto evitare la riflessione sugli eventi più recenti: il sequestro degli elenchi, per esempio, o i disegni di legge di gusto fascista. “Questa di stasera, però – ha aggiunto – è la più bella risposta che possiamo dare. Noi stiamo reagendo, perché noi siamo gli stessi dal 1805, non abbiamo mai smesso di ispirarci ai valori della libertà, dell’uguaglianza e della fratellanza”.

Una reazione che, secondo il Gran Maestro Bisi, dovrebbe portare con sé anche un maggior impegno sul terreno dei diritti: “Non possiamo pensare – ha dichiarato – che un bambino nato in questo Paese sia meno italiano di noi”. La lucida consapevolezza, insomma, che l’incessante lavoro interiore del massone debba concretizzarsi anche nel suo ruolo sociale; come il solstizio, che non è solo una posizione del sole rispetto all’orizzonte, ma anche e soprattutto il calore che da esso si sprigiona per consentire la vita.



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