Affaritaliani.it•Gran Maestro Bisi, “L’Europa non chiuda le sue porte”

Intervista / Stefano Bisi, gran maestro del Grande Oriente d’Italia (la più numerosa comunione massonica italiana), analizza in un’intervista ad Affaritaliani.it i temi legati al terrorismo e agli attacchi di Parigi.

Stefano Bisi, come si può riuscire a mantenere la calma e proseguire con la vita normale nelle nostre città? “Mantenere la calma è molto complicato. I cittadini convivono con la paura, purtroppo. Borsellino disse che la paura convive con il coraggio e il coraggio deve essere utilizzato per poter andare avanti e fare le cose che si fanno sempre. Se la paura prevalesse sul coraggio ci sarebbe il blocco della vita”.

Fiori e scritte davanti all’ambasciata francese di Roma lo scorso 14 novembre, all’indomani degli attacchi a Parigi. Il cartello recita “Io non ho paura”, ma secondo un sondaggio Ixé diffuso il 18 novembre, il 52% degli italiani ha paura per attentati in Italia. REUTERS/Remo Casilli

Come si è potuti arrivare a una situazione simile? “Ci si è arrivati a causa di una continua e devastante caduta di valori e ideali, dell’imbarbarimento delle persone e degli uomini. Questo imbarbarimento ha portato inesorabilmente passo dopo passo alle sfide più drammatiche, come quelle che ci troviamo di fronte adesso. Difendere Libertà, Fratellanza e Uguaglianza come noi facciamo da secoli e’ la missione e la sfida più delicata ed importante per salvare l’Umanita dal baratro del terrore”.

In un’intervista dopo i fatti di Charlie Hebdo lei aveva parlato di un’Europa che “non favorisce l’integrazione tra i popoli”. Ora c’è il rischio che la politica europea di accoglienza cambi e che l’Europa si chiuda? “Purtroppo sembra di sì. Credo che in questo momento chi vuole e chi può debba favorire a tutti i costi il dialogo tra i popoli. Ad esempio c’è un’esperienza che voglio citare, perché per quanto piccola si tratta di una storia importante che credo meriti di essere esportata anche altrove. Vicino a Siena, a Colle Val d’Elsa, c’è una moschea la cui costruzione era stata molto avversata, a cominciare dalla Fallaci. Invece i musulmani hanno aperto a tutta la popolazione le porte di questa struttura. Oggi c’è un comitato fatto da rappresentanti delle istituzioni comunali e rappresentanti della comunità musulmana e la moschea è un centro culturale aperto a tutti. Un piccolo grande esempio di integrazione, dialogo e conoscenza”.

Perciò l’Europa dovrebbe aprire le sue porte e non chiuderle? “Dovrebbe aprire le porte mantenendo insieme la sicurezza secondo le regole che i governi stabiliscono. Ma non spetta al Grande Oriente d’Italia stabilire le linee politiche né i rapporti tra le nazioni”.

Anche in Italia si è parlato di una possibile limitazione delle libertà personali per garantire maggiore sicurezza. Lei su questo sarebbe d’accordo? “Il rischio attentati c’è e i governi devono decidere che cosa fare per garantire la sicurezza di tutti i cittadini. Il problema dei limiti alle libertà è che tutti i limiti possono essere anche superati. Io credo che occorra partire dalle scuole, dove convivono ragazzi di ogni religione che bisogna far stare assieme. Col dialogo e col confronto si può arrivare a una convivenza proficua”.

Il Grande Oriente d’Italia che ruolo gioca nel favorire l’integrazione? “Il Grande Oriente d’Italia è una scuola di educazione. Qui da noi si impara a dialogare, a confrontarci tra persone di diversa inclinazione politica, religiosa e culturale. Qui da noi si parla uno alla volta e quando uno parla tutti gli altri ascoltano. Oggi è difficile incontrare persone che sanno davvero ascoltare gli altri. Se riusciamo a inserire questo metodo che funziona così bene per la nostra comunità di 23 mila fratelli in tutta la nostra società allora ci saranno solo benefici”.

Lei è di Siena e negli scorsi giorni è stata riaperta l’inchiesta sulla morte David Rossi. E’ un fatto che l’ha colpita? “David era un mio amico. La famiglia ha chiesto la riapertura delle indagini dopo che una prima indagine era stata chiusa. Io voglio ricordare David come un ottimo professionista, un ottimo comunicatore e una persona che al di là delle apparenze era molto sensibile. Poi non commento e non giudico le iniziative che sono state prese negli ultimi tempi”.

Lorenzo Lamperti

Leggi l’articolo su affaritaliani.it del 20 novembre 2015



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